Fenomenologia del “like”

Oggi leggevo il post di Nadia/Evaporata “Laikami” dove si interroga sul fenomeno dei followers e dei like nei social. Molto interessante, dato che, prima o poi, noi frequentatori della rete e dei social network le domande che si fa Nadia ce le facciamo tutti.

Premesso che alla logica dei like mi sono sottratta da tempo (io cancello contatti invece di cercarne), l’articolo di Nadia mi ha stuzzicato, perciò sono entrata in modalità sociologa (quello che sono, a parte fiori e mici).

Sono su Facebook da più di due anni, su WordPress da meno di un anno e su Flickr e Youtube da pochi mesi; sono iscritta ad Instagram ma non lo uso; mi rifiuto, almeno per il momento, di iscrivermi ad altri social.

Con poche varianti il meccanismo dei followers/friends è simile, funziona in base ad un criterio di reciprocità: se mi chiedi l’amicizia o diventi mio follower, in una buona percentuale dei casi sarò/sarai corrisposto.

Partiamo da Facebook. Appena iscritti si va in cerca dei propri amici, dopo di che FB ti propone gli amici degli amici e, se aderisci, la proposta di nuove conoscenze si moltiplica. FB propone anche alcune Pagine che ti potrebbero interessare. In base ai tuoi like ti propone nuove pagine e nuove persone. Le persone che vanno a caccia di “amici” ti troveranno su queste pagine e ti chiederanno l’amicizia che probabilmente accetterai perché hanno i tuoi stessi interessi e, se rispondi, FB ti propone contatti in proporzione geometrica. Un periodo che mi interessavo di certi argomenti mi piovevano richieste da persone a me affini di cui verificavo il profilo e vedevo che erano vicino a 5000 amici (numero massimo per i profili, dopo di che bisogna avere una pagina per accumularne di più). Se, in seguito, verifichi con quanta gente hanno interazione vedi che sono al massimo un centinaio, ergo …Se il richiedente ha una pagina, subito dopo ti chiederà di mettere like alla sua pagina. Almeno un po’ di selfcontrol!

Passiamo alle pagine FB. Io ne ho due che hanno pochi like, ma quelli che ho sono sinceri e non vado a caccia di altri consensi. Valutiamo le pagine volutamente a caccia di like. Sono per lo più di stranieri che fanno i modelli. Creano post con immagini sensazionali/raccapriccianti per scatenare i commenti. Incontrano il gusto di molte persone che mettono mi piace a quella pagina. Se commenti può succedere che qualcuno ti chieda amicizia. Ho studiato il mercato di questi post. Un giorno, in uno di quei tanti luoghi virtuali dove si instaurano conversazioni e A/Q, una donna cercava foto raccapriccianti di torture su animali perché doveva sensibilizzare sull’argomento. Io le dissi che così favoriva il mercato di questa immondizia e che qualcuno faceva lauti guadagni ma mi rispose non ricordo più cosa di preciso, di sicuro un delirio. Ho smesso di seguire pagine di amanti degli animali per questo motivo e poi perché mi beccavo continuamente proposte di pagine con le crocchette migliori per il mio cane/gatto. Poiché tutte queste cose sono prevalentemente gratuite, chi paga? Ai modelli serve dimostrare che sono seguiti e con pochi euro si possono sponsorizzare i loro post per avere più like con il meccanismo della catena di S. Antonio: se ti piace condividi, non puoi non condividere, non mi condividi perché sono handicappato ecc.; le condivisioni aumentano il traffico della pagina. Ai politici o aspiranti tali serve per avere seguito: in campagna elettorale ricominciano le richieste da parte di amici e amici degli amici che vogliono i like, dopo di che non ti conoscono più (ed io li cancello dai contatti). Le pagine commerciali hanno una logica chiara e non mi soffermo salvo a dire che in base alle tue preferenze FB te ne propone ogni tanto di nuove. I filmati hanno sponsor, e se non si riesce ad individuare chi paga, tenete presente che esistono influencers occulti per manipolare l’opinione pubblica ed orientare i gusti, l’orientamento elettorale ecc.

Una cosa divertente: i primi tempi mi chiedevano l’amicizia uomini che erano, abbastanza esplicitamente, gigolò; avendoli rifiutati tutti, non è più successo che qualche bellimbusto si facesse avanti. Ci ha pensato FB? Ai posteri …

La politica di WordPress mi pare più limpida. Intanto, vedi su Reader tutti i blog che segui, senza selezione e la pubblicità è sui blog gratuiti. Ci saranno bloggers seguiti che saranno pagati per fare pubblicità, diretta o indiretta, diventano influencer. Il meccanismo della ricerca dei followers somiglia, anche se la reciprocità non è automatica come FB. Idem per Flickr. Youtube non è stato oggetto delle mie attenzioni perché mi serve per archiviare filmati e non occupare memoria su WP.

Insomma, cara Nadia, o ci mettiamo a caccia di like o ci teniamo i nostri quattro amici, pochi ma sinceri. Io propendo per quest’ultima opzione. Ma, se propendiamo per la prima, tu puoi sfruttare la tua bellezza mentre io posso sperare nei miei gatti …

64 commenti

  1. Le amicizie, anche quelle “social”, non mi piace siano forzate.
    Su FB l’OK è bidirezionale, ma non si valuta la profondità di questa amicizia.
    In WordPress ci si conosce meno “di persona” ma si creano legami anche più forti, perché in un blog ci si espone con idee, racconti, poesie… molto personali, non per forza legate ad un fuggevole like.

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  2. Eccoci qui Elena, teniamoci i nostri amici che sono veramente cari benché virtuali. La mia bellezza sul web mi ha portato solo dei rompiscatole che non ho mai preso in considerazione, mentre quando c’era Myspace, bellissimo social ucciso dall’avvento di twitter e FB, ho conosciuto prima virutalmente e poi de visu qualche persona veramente bella con la quale ho addirittura fatto una vacanza a Praga (Stelio e la moglie Rossana titolari di due blog con pochi follower che meriterebbero ben altri riconoscimenti https://my3place.wordpress.com/2018/01/23/che-novita/ e http://www.lastoffagiusta.it/wordpress/ ) oppure per conoscerla a Roma, Torino o Vercelli.
    Per quando rigarda FB anch’io, consigliata da un amico musicista, ho aperto una pagina ufficiale per far conoscer ei mieli libri e, a parte i miei conoscenti non ho ottenuto neppure un like, quindi posso confermare che se non si va a questuare in giro per scambio di voti, non si ottiene nulla. Io non ho mai venduto un libro tramite FB. Sono d’accordo con te che su WordPress ci sia più trasparenza, se non altro si trovano persone veramente motivate a scrivere e non soltanto cacciatori di approvazioni.

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  3. Passi su Fb ed Instagram (social dove l’indice di gradimento espresso col pollice in su o col cuore ha il suo perchè), ma io il meccanismo dei Mi piace su WordPress lo trovo proprio deleterio. Molto spesso si mette il Mi piace senza nemmeno leggere l’articolo proposto, al solo scopo di attirare l’attenzione o chissà che. Su Splinder (la piattaforma che utilizzavo prima che chiudesse) non era così.

    I commenti sono la vera fedeltà del lettore. Solo i commenti.

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  4. Sono solo su WordPress e su Google che però è solo una copia dei post di wordpress, comunque anche qui molti si iscrivono e non se ne capisce il motivo visto che non interagiscono mai, anche per questo ho chiuso il vecchio blog e ne ho aperto uno nuovo, per ricominciare da zero con chi volevo io, certo poi la gente si iscrive, ma ricambio solo con chi c’è comunque qualche scambio altrimenti no, il tempo è poco e quindi preferisco distribuirlo tra chi conosco e con cui si è creato un rapporto, buona serata 🙂

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  5. premetto che a parte WP, che frequento con assiduità, il resto del mondo social non mi interessa. L’unico che a sprazzi seguo è twitter, che però si è incamminato sulla pessima strada di FB. Quindi la politica del like, del condividi, dei follower proprio non mi interessa. Dopo otto anni sono arrivato a mille iscritti al mio blog. Molto meno sono quelli che seguo direttamente. Dialogo e leggo solo chi in qualche modo mi trasmette qualcosa.

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  6. Io sono iscritta solo ad WP, non sono mai stata iscritta a FB e non credo mi iscriverò mai. Qui ho 321 followers che non riuscirò mai a seguire e nemmeno ci provo perché rischierei di andare in panico. Ogni tanto aggiungo qualcuno ai blogger che seguo perché leggendo qualche post scopro che mi piacciono e che mi piacerebbe conoscere la persona che li ha scritti. Ma normalmente seguo gli “amici” e metto un like solo dopo aver letto il post a cui è legato e solo se mi piace quello che ho letto. Commento anche quando non concordo con l’opinione postata ed esprimo il mio disaccordo sinceramente anche a scapito di rimetterci qualche follower. Naturalmente senza mai mancare di educazione e rispetto, che ritengo fondamentali anche quando si esprimono pareri discordanti. Ho scoperto che spesso dietro ad un nick ci sono persone vere alle quali ci si può affezionare anche senza averle mai viste, mi ritengo fortunata per averle incontrate e mi basta colloquiare con loro senza cercare sempre nuove “amicizie”. Mi dispiace solo di non riuscire a scrivere molto in questo periodo, ma tutti quelli che mi conoscono ne sanno il motivo. Infatti è meglio che mi fermi, perché potrei anche mettermi a piangere insieme alle mie mani! Ciao, Elena, un bellissimo articolo che condivido in pieno.
    Dall’ultimo controllo che ho fatto venerdì, le cose non vanno molto bene … già, me ne ero accorta da sola! Cerco di resistere. Ti abbraccio con affetto.

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