un caso per tre – un giallo a quattro mani – ottava puntata

Walter e Debora, grazie al loro istinto, cominciano a ipotizzare delle connessioni tra la morte di Francesca e il rapimento di Albertino. Dovranno, però, trovare gli indizi a supporto delle loro intuizioni, al momento solo tali.

Questa puntata è il mio contributo al racconto scritto con Gian Paolo Marcolongo (Newwhitebear)

Potete trovare le puntate precedenti qui 1,2,3,4,5,6,7

«Mi scusi, signor maresciallo … C’è qualche aggiornamento sull’incidente della receptionist dell’hotel ‘All’orso bruno’?» Debbi si fece avanti, non potendo trattenere la curiosità che covava dal pomeriggio.
«Lei è?»
«Mi chiamo Debora Nardi …»
«Un nome che non mi risulta nuovo …»
«Non saprei … sono una criminologa investigativa, anche se finora per passione.».
«Ecco dove l’ho vista. In tv a ‘Giallo notte’, mi sbaglio? Sa, noi del mestiere dobbiamo essere fisionomisti …»
«Sì, si tratta di me. Fui invitata per un caso accaduto a Monte Alto, dove vivo.».
«Mi fa piacere di conoscerla e in un’altra circostanza avrei conversato volentieri con lei … comunque, per quanto riguarda Francesca, siamo in attesa dei risultati autoptici. Voleva dirmi qualcosa al riguardo?»
«Volevo solo segnalarle una cosa che mi era parsa sospetta. Sa, dopo la morte di Francesca … ho notato delle persone che mi hanno insospettito, una coppia improbabile. Sono partite poco dopo e mi domando se siano passate dal posto di blocco. Io, per cautela, ho preso la targa della loro auto …»
«Ora non c’è tempo, devo dare istruzioni per la ricerca del bambino scomparso, ma passi domani al comando per rilasciare una deposizione. Grazie per la sua collaborazione. E non si metta nei guai. Riferisca a me, per ogni cosa, e non prenda decisioni e iniziative autonome.».
“Chissà perché tutti si sentono in dovere di raccomandarmi di non mettermi nei guai! Non basta Andrea …” Pensò Debora, un po’ infastidita, tornando al suo posto, ma al momento non poteva fare altro che pazientare.
Il maresciallo iniziò a dare le istruzioni per gestire i gruppi di ricerca e informò i partecipanti su come si sarebbero svolte le operazioni.
La profilazione del ragazzo scomparso era stata già fatta. Per le sue abitudini, presupponendo un suo allontanamento volontario, si era individuata la zona del bosco come possibile e primaria area da perlustrare.
«Abbiamo individuato e circoscritto la zona di ricerca, vi forniremo la cartografia idonea; qui trovate le indicazioni dei canali radio e dei collegamenti telefonici, nonché una foto dello scomparso.
Il Responsabile delle Operazioni di Soccorso (R.O.S.) sono io.
Ove lo scomparso venga ritrovato ferito o traumatizzato, il R.O.S. verificherà l’opportunità di un suo immediato recupero sulla base delle eventuali necessità mediche riscontrate dai ricercatori avvalendosi di tutte le specifiche professionalità tecniche che dovesse richiedere l’intervento.
In ogni caso, il recupero fisico della persona scomparsa deceduta, previa autorizzazione dell’Autorità Giudiziaria, dovrà avvenire alla presenza di ufficiali o agenti della P.G.
Avevamo richiesto l’intervento dell’unità cinofila, ma non sarà disponibile prima di domani. Bene, al lavoro!».
Tutti i presenti, ordinatamente, presero le attrezzature e si dotarono di torce e radio ricetrasmittenti. Elisa volle l’attrezzatura per le comunicazioni radio, Walter e Debora si accontentarono dei loro telefoni. Avrebbero dovuto muoversi in modo che tutta l’area da perlustrare fosse coperta, con uno schema di avanzamento preciso.
Mentre uscivano sul piazzale, Walter si rivolse a Debora.
«Cosa hai detto al maresciallo?»
«Gli ho solo fatto presente che c’erano quelle persone sospette in hotel e che avevo il numero di targa. Sono convinta che c’entrino, in qualche modo con tutt’e due i fatti. Magari hanno rapito il bambino …»
«… e forse Francesca l’ha scoperto.». Walter concluse la frase di Debbi. «Ma come dimostrarlo? Qual è il momento in cui le due storie hanno avuto un punto di contatto?» Fu la riflessione finale di Walter.
«Ma, soprattutto, perché hanno rapito Albertino? Ogni ipotesi che mi viene in mente risulta assolutamente inquietante. Comunque, ci penseremo domani. Adesso ci aspetta una nottata lunga. Speriamo di avere fortuna! Speriamo che Albertino abbia fortuna.».
Vagarono tutta la notte svegliando ogni animale notturno. Puzzone aguzzò tutti i suoi sensi, ma, a parte civette, piccoli roditori e qualche strano abitante del bosco, del bambino nessuna traccia.
Era l’alba quando furono tutti richiamati al posto di comando. Fecero rapporto, si rifocillarono e furono lasciati liberi di andare.
«Che stanchezza!» Dichiarò Elisa buttandosi sul divano della hall dell’hotel, seguita immediatamente da Walter e Debora.
Alle otto scesero Sofia e Andrea per la colazione e li trovarono addormentati, Puzzone ai piedi che ronfava sonoramente, con una certa espressione soddisfatta.

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