La presentazione dei libri. È utile?

Cari amici bloggers scrittori, questo video della giornalista Chiara Beretta Mazzotta offre davvero qualche spunto di riflessione.

26 commenti

  1. Allora il regista Ozpetek intervenne a una rassegna del cinema e parlo con noi pubblico in un piccolo chiostro e questa cosa di molto apprezzata.
    Alla fine notai in un angolo un tavolino con una donna vigorosa e spiccia che esponeva una cinquantina di libri forse più forse cento 💯 alla fine della serata lui firmava le copie
    Non ho comprato una l libro ma lo hanno comprato tutti tanto che pensai fosse Gratis
    Gli spezzoni di video di questa editor mi fanno molto singhiozzo

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  2. Ho fatto qualche presentazione senza spendere un centesimo, ma tutte vicino a casa e organizzate da librerie che ne fanno abitualmente. Purtroppo io sono una persona totalmente incapace di valorizzarsi quando è di fronte al pubblico. Ho un carattere schivo, non amo apparire, inoltre essendo ansiosa quando parlo inciampo facilmente nelle parole e non riesco a raccontare nulla dei miei libri. Faccio pessime figure, perciò le evito. In una sola occasione sono stata brillante e disinvolta, la presenzazione era in un locale dove cantava una ragazza ed io ero l’ospite speciale. Lì non c’erano scrittori o intelletuali smorfiosi, ma solo persone interessate al mio libro. Sono stata spigliata e brillante, ed è stato un successo.

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  3. Come Evaporata anche io sono incapace di valorizzarmi, e per giunta sono anche ostile alle regole comportamentali che si trasformano in dogmi sociali, non mi sono auto presentata quasi mai almeno se non raramente nei miei post per le ragioni sopra esposte probabilmente.

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    • Stare di fronte a un pubblico non si improvvisa. Bisogna abituarsi ed è utile, per esempio, la scuola di teatro. Io, per esempio, ho una lunga esperienza di esposizione al pubblico e mi sono abituata anche a contesti apparentemente poco amichevoli. Conoscere chi abbiamo di fronte, usare un linguaggio che comprendono ecc.

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  4. presentare un proprio libro? Non è una cosa semplice. Primo bisogna essere spigliati. Secondo trovare una persona adatta a presentare. Terzo invitare più persone possibili. Quarto trovare la location giusta – ovvero una libreria.
    Di solito la libreria si fa pagare, quanto non lo so.
    Serve? Forse. Bisogna provare.
    Io ne sarei incapace, perché presentare qualcosa di mio proprio non ci riesco. Presentare una relazione, un progetto ci riesco benissimo, ne ho fatto molte di queste presentazioni, ma un libro è qualcosa di troppo personale. Uno scoglio troppo ardua da scavalcare.

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  5. Posso dire? Ne ho una certa esperienza. Tutto si paga, salvo rare eccezioni. Si paga la libreria che ospita e, se si crede, l’eventuale rinfresco. Si paga l’ufficio stampa, e più sono bravi più sono cari. Si pagano (meno) le inserzioni su fb, ma vanno nel mucchio, e ritorna quello che ritorna. L’unica cosa gratuita è l’autopromozione, e naturalmente più si lavora, più si compare, più alte sono le probabilità che qualcuno veda e compri. Quindi non si paga in soldi ma in tempo.
    L’unica alternativa può essere affidarsi a un’agenzia letteraria, pagarla perchè legga il tuo libro. Se l’agenzia lo riterrà valido, troverà un editore che finanzierà la stampa e riconoscerà un compenso. Da qui in avanti, se hai scritto Gomorra sei a posto, se hai scritto un libro come ce ne sono altri mille, devi ogni volta ricominciare.
    Questa è l’editoria, saluti da Milano

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