Cari amici bloggers scrittori, questo video della giornalista Chiara Beretta Mazzotta offre davvero qualche spunto di riflessione.
Cari amici bloggers scrittori, questo video della giornalista Chiara Beretta Mazzotta offre davvero qualche spunto di riflessione.
Allora il regista Ozpetek intervenne a una rassegna del cinema e parlo con noi pubblico in un piccolo chiostro e questa cosa di molto apprezzata.
Alla fine notai in un angolo un tavolino con una donna vigorosa e spiccia che esponeva una cinquantina di libri forse più forse cento 💯 alla fine della serata lui firmava le copie
Non ho comprato una l libro ma lo hanno comprato tutti tanto che pensai fosse Gratis
Gli spezzoni di video di questa editor mi fanno molto singhiozzo
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Si chiama Ozpetek, non signor Nessuno.
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Notare l italiano egregio con cui ho esposto la faccenda
È la persona più alla mano che abbia mai visto
Ti vien voglia di portartelo a casa
Lui
I libri erano molto piccoli con volto di donna trovi sul web
Le persone non vedevano l ora di arraffarsi una sua copia un autografo
Di sbaciucchiarselo
Farò lo stesso effetto ai miei affettuosi fans ?
Non quello delle medicine
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Penso che i soldi ben spesi siano quelli per un ufficio stampa esterno.
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La rassegna prevedeva la presenza di noti registi per valorizzare fa la di esordienti
Ogni personaggio famoso parlava un ora scarsa perché in genere arrivano in ritardo
Ferzan il mio Ferzanino arrivo in anticipo parlò tre ore e quasi non voleva andar via
Raccontò tutta la vita i viaggi gli esordi la madre
I libri poteva regalarli
Ma è dico ma quanto è importante quella stretta di mano ?
Se abitassimo nelle vicinanze potresti contare su di me ma la lontananza è dura hai visto il video di Laura parise ?
Lo farai ?
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Non penso di fare un video
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Ma dai ce lo aspettiamo tutti da te con lente di ingrandimento un gatto al fianco e mille indizi daiiiiiiiiiiii
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😂😂😂
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Fa la = bo forse era il cinema di esordienti
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Ho fatto qualche presentazione senza spendere un centesimo, ma tutte vicino a casa e organizzate da librerie che ne fanno abitualmente. Purtroppo io sono una persona totalmente incapace di valorizzarsi quando è di fronte al pubblico. Ho un carattere schivo, non amo apparire, inoltre essendo ansiosa quando parlo inciampo facilmente nelle parole e non riesco a raccontare nulla dei miei libri. Faccio pessime figure, perciò le evito. In una sola occasione sono stata brillante e disinvolta, la presenzazione era in un locale dove cantava una ragazza ed io ero l’ospite speciale. Lì non c’erano scrittori o intelletuali smorfiosi, ma solo persone interessate al mio libro. Sono stata spigliata e brillante, ed è stato un successo.
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Sicuramente l’ambiente conta per una buona performance. Un po’ come quando si fa un esame. Un prof ben disposto ti fa rendere meglio.
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Come Evaporata anche io sono incapace di valorizzarmi, e per giunta sono anche ostile alle regole comportamentali che si trasformano in dogmi sociali, non mi sono auto presentata quasi mai almeno se non raramente nei miei post per le ragioni sopra esposte probabilmente.
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Stare di fronte a un pubblico non si improvvisa. Bisogna abituarsi ed è utile, per esempio, la scuola di teatro. Io, per esempio, ho una lunga esperienza di esposizione al pubblico e mi sono abituata anche a contesti apparentemente poco amichevoli. Conoscere chi abbiamo di fronte, usare un linguaggio che comprendono ecc.
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presentare un proprio libro? Non è una cosa semplice. Primo bisogna essere spigliati. Secondo trovare una persona adatta a presentare. Terzo invitare più persone possibili. Quarto trovare la location giusta – ovvero una libreria.
Di solito la libreria si fa pagare, quanto non lo so.
Serve? Forse. Bisogna provare.
Io ne sarei incapace, perché presentare qualcosa di mio proprio non ci riesco. Presentare una relazione, un progetto ci riesco benissimo, ne ho fatto molte di queste presentazioni, ma un libro è qualcosa di troppo personale. Uno scoglio troppo ardua da scavalcare.
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Poi, come dice la giornalista, non fa vendere chissà quante copie. Io non ho problemi in pubblico, ma proprio non mi interessa. Cento copie senza fatica o mille copie con le presentazioni non cambiano la vita. Piuttosto è interessante il discorso dell’ufficio stampa indipendente.
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ufficio stampa… potrebbe essere un’idea
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Infatti è una cosa interessante, uno buono secondo me fa una buona promozione.
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lo penso anch’io
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Un libro è qualcosa di veramente personale.
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Come puoi vedere e cosa complicata
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Posso dire? Ne ho una certa esperienza. Tutto si paga, salvo rare eccezioni. Si paga la libreria che ospita e, se si crede, l’eventuale rinfresco. Si paga l’ufficio stampa, e più sono bravi più sono cari. Si pagano (meno) le inserzioni su fb, ma vanno nel mucchio, e ritorna quello che ritorna. L’unica cosa gratuita è l’autopromozione, e naturalmente più si lavora, più si compare, più alte sono le probabilità che qualcuno veda e compri. Quindi non si paga in soldi ma in tempo.
L’unica alternativa può essere affidarsi a un’agenzia letteraria, pagarla perchè legga il tuo libro. Se l’agenzia lo riterrà valido, troverà un editore che finanzierà la stampa e riconoscerà un compenso. Da qui in avanti, se hai scritto Gomorra sei a posto, se hai scritto un libro come ce ne sono altri mille, devi ogni volta ricominciare.
Questa è l’editoria, saluti da Milano
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Pubblicare ha i suoi costi. O li investimento lo fa l’editore e ci guadagna o sei tu imprenditore di te stesso. Il discorso è valutare il proprio lavoro e domandarsi quanto si vuole puntare. Io l’ho fatto per divertimento e con l’idea di non spendere una lira. Non ho fatto nessuna promozione e mi meraviglio se ogni settimana c’è qualche persona che compra i miei libri. C’è un andamento costante e a me va bene così. 100 o 1000 pezzi nell’economia del discorso non fanno molta differenza.
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L’economia governa il mondo ed è inutile scandalizzarsi. Anche quello letterario. Salvo le (pochissime) opere davvero geniali
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È come dici tu, perciò non vale la pena spenderci e prendere la cosa con leggerezza. Io penso alle pubblicazioni dei ricercatori. Quanti le leggono? Servono agli addetti ai lavori e al ricercatore per inserirlo nel curriculum.
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Le leggono gli addetti ai lavori, chi altro? Ben pochi. Personalmente sono più che stanca di romanzi e leggo, in genere, solo saggistica, ma anche lì mi rivolgo a esposizioni più divulgative, se troppo tecniche non riuscirei a seguirle.
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Per gli argomenti riguardanti il mio impegno di tipo professionale ovvio che scelgo letture tecniche, altrimenti come te mi piace il lavoro di un buon divulgatore.
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