La preoccupazione di non farcela

Quante volte, di fronte a una nuova sfida, pensiamo di non farcela. Specialmente se non siamo più giovanissimi, ma vogliamo di nuovo metterci in gioco.

Nel mio libro Morte dolceamara la protagonista Debora Nardi vive così il suo primo giorno di lavoro, dopo anni dedicati alla famiglia.

Una nottata in parte insonne fu il tributo da versare alla novità di riprendere a lavorare.
“Perché sono diventata così ansiosa? Non ero così! Sto invecchiando e mi voglio mettere di nuovo in gioco… Spero proprio di farcela. Un conto è fare investigazioni da dilettante e quasi per gioco, un conto è farlo come professionista…”, rifletteva Debora mentre faceva la doccia.
Svogliatamente si vestì e scese per colazione, mentre marito e figlia attendevano che lei provvedesse a tutti.
«Ragazzi, oggi a pranzo non torno…».
«Evviva! Mangiamo fuori!», esultò immediatamente Elisa.
«Ci sarebbe dell’arrosto da scongelare, ma fate come preferite…».
«Cosa succede stamattina? Ti vedo svogliata…», osservò Andrea, mentre la scrutava in volto.
«Sinceramente, ho molti dubbi su ciò che sto facendo…».
«Ci tieni tanto! Almeno prova. Puoi sempre rinunciare».
«Sì, hai ragione. Debbo provarci, altrimenti lo rimpiangerò per tutta la vita. Beh, per tutta la vita mi sembra esagerato! Dai, la colazione è pronta ed io corro a prepararmi».
Finalmente si sentiva più serena: si dava una chance, ma anche la possibilità di rinunciare se la cosa non le fosse piaciuta o fosse stata troppo onerosa per le sue forze.

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13 commenti

  1. Sicuramente quando si intraprende un nuovo percorso, soprattutto ad una certa età, l’agitazione c’è sempre, ma la mossa vincente è sempre avere fiducia in se stessi….se non siamo noi i primi a crederci sarà difficile che poi lo facciano gli altri 😉

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