I miti canori della mia adolescenza

Avevo quindici anni, guardavo la tv con i genitori, le sorelle e i nonni, una tv in bianco e nero di legno di mogano con un solo canale televisivo; il secondo canale era stato messo posticcio in un secondo momento. Non guardavo molto la televisione, ma Canzonissima era irrinunciabile, anche perché almeno un biglietto della lotteria lo si comprava.

Nel 1970 vinse questa canzone che per me rappresentava, nel testo, un auspicio per il futuro. La canzone era intitolata Vent’anni, cantata da Massimo Ranieri. Massimo era un mito, insieme a Gianni Morandi, per noi ragazze adolescenti. Erano belli, di successo ma con l’aria del bravo ragazzo e mettevano d’accordo mamme e figlie.

Finivano gli anni ’60 e il clima generale stava cambiando – e con lui i generi musicali – ma quella rivisitazione della canzone all’italiana aveva il suo spazio.


Immagine dal web

91 commenti

  1. la tv in bianco e nero la ricordo ancora molto bene
    così come quando nel pomeriggio un triangolo bianco lampeggiante indicava che erano iniziate le trasmissioni sul secondo
    canzonissima, richiatutto, lo sceneggiato del tenente sheridan, le tribune politiche, lo zecchino d’oro e soprattutto la tv educazionale del pomeriggio che insegnava l’inglese, la grammatica italiana e la matematica

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