Correre ancora

Di nuovo, tra i reperti archeologici, sbuca questa foto. Sul retro mia madre scrisse ‘aprile 1968’. Cos’ha di particolare? Una foto sbiadita e sfocata…

Ricordo quel giorno. Avevo compiuto da poco tredici anni, quindi ero alla seconda media. Il posto è Campo di Giove, 1000 mt. s.m.. Mio padre, in primavera e autunno, ci portava spesso in montagna, per una giornata. Si mangiava lì quello che mamma aveva preparato. Ricordo la maglietta che indosso nella foto, a righe verde mela, rosa e bianco. Ed è a mezze maniche! A quei tempi non soffrivo il freddo come ora: oggi starei con il piumone, in montagna d’aprile.

Ricordo, principalmente, che amavo correre e saltare come si vede nella foto. Lo facevo sempre. Anche in città correvo, semplicemente perché si arrivava prima. Mio padre, avevo dodici anni, mi incontrò per il corso – ricordo ancora esattamente il posto – e mi sgridò perché stavo correndo. Posso capire l’immagine che gli si era presentata: una ragazzina alta, magra e con le gambe al vento, dato che portavo una gonna a pieghe. Dovetti imparare a camminare.

Se c’è un desiderio che oggi mi piacerebbe esprimere questo è: correre ancora.

P.S. La foto fu scattata da un ragazzino, di poco più grande, a cui all’epoca piacevo, ignara di ciò.

51 commenti

  1. “Se c’è un desiderio che oggi mi piacerebbe esprimere questo è: correre ancora.

    P.S. La foto fu scattata da un ragazzino, di poco più grande, a cui all’epoca piacevo, ignara di ciò.”

    Queste righe mi hanno quasi commossa ❤❤ ho sentito una tenerezza infinita…

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