Perplessità

Finora non ho mai parlato della pandemia, salvo un post iniziale in cui parlavo dell’effetto di stress e depressione sul sistema immunitario. Poi non ho scritto più niente, però ieri sera sono rimasta interdetta per alcune cose che si sono dette in una trasmissione televisiva e voglio condividere con voi qualche perplessità. La trasmissione che ho visto è Dimartedì e chi vuole può recuperare tutti i video.

https://www.la7.it/dimartedi/video/coronavirus-la-ministra-de-micheli-non-possiamo-chiudere-trasporti-mitighiamo-rischi-27-10-2020-346999

La sostanza dei discorsi fatti, quelli su cui nutro perplessità, è che non risulta che mezzi pubblici e locali scolastici siano dei significativi luoghi di contagio, mentre ristoranti e bar sì, non direttamente, ma perché all’esterno si creano assembramenti (e fuori della scuola no?). Al conduttore sono stati consegnati gli studi che dimostrano che i mezzi pubblici sono sostanzialmente a basso rischio di contagio.

Ma l’affermazione che più mi suona stonata è che il luogo principale di contagio sono le mura domestiche. Allora dico: basta vietare di tornare a casa!

Vuoi vedere che l’untore è la nonna che resta in casa?

🏡

Qui il parere del Comitato tecnico scientifico.

https://www.fanpage.it/roma/coronavirus-il-comitato-tecnico-scientifico-nessuna-emergenza-contagi-sui-mezzi-pubblici/

53 commenti

  1. Fra le mura domestiche non prendi le precauzioni che usi fuori casa, perciò se la nonna torna dal mercato contagiata o mamma e papà rientrano infetti dal lavoro, in men che non si dica l’intero nucleo familiare contrae la malattia. È un mero dato statistico.

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    • Certo, ma il virus entra, non è lì. Ho due amici che hanno avuto quest’esperienza con i figli tornati dalle vacanze. In un caso i genitori sono rimasti negativi, nell’altro si è ammalato solo il padre. Quindi non è neanche automatico che il contatto stretto provochi un contagio. Bisognerebbe evitare di infettarsi fuori. Sinceramente le foto dei mezzi pubblici sono sconfortanti. Io ho viaggiato sui mezzi a Roma e ci stavo anche due ore per tragitti da 15 km. In uno di quei viaggi presi gli orecchioni. Poi ho saputo che ci eravamo ammalati in diversi sull’autobus.

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      • Il virus viene portato comunque da qualcuno, se si propagasse da solo, con il vento o con la pioggia, saremmo già tutti infetti.
        (Sta per succedere? Leggevo che le modalità di propagazione sono anch’esse soggette a mutazioni e varianti…)
        A rigor di logica, se uno in autobus tiene la mascherina e si disinfetta appena sceso ha meno probabilità di infettarsi di un altro che sta seduto al ristorante per una o due ore senza mascherina.
        Poi, che le cose succedano sempre secondo logica sappiamo bene che è pensiero illusorio 🙂

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      • Noi facciamo di tutto, a parte i beoti incoscienti, ma c’è tanto da dire. Ieri un medico diceva che tanti anziani stavano ricoverati perché non sapevano come fare. Ora una buona medicina del territorio e una buona assistenza sociale terrebbero i meno gravi a casa (vedi il modello Picenza). Tanto per dire: un vecchio solo come fa ad approvvigionarsi le medicine se non può neanche uscire. E mangiare? Allora si fa ricoverare. Gli ospedali sono un’altra fonte di contagio. Io, in riabilitazione motoria, in una settimana contrassi tre infezioni. Ero disperata.

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      • Lo so bene. Mio padre non mandava mai nessuno dei suoi pazienti in ospedale, soprattutto gli anziani, a meno che non fosse assolutamente necessario. (Ma va detto che mio padre era un medico molto sui generis.)
        Sull’assistenza medica territoriale non saprei come darti torto, ma in anni recenti abbiamo visto e sentito dire chiaramente dai politici (soprattutto da quelli di una parte ben precisa, che ha fatto il bello e il cattivo tempo nella sanità lombarda da decenni) che bisogna passare al privato, che i medici di base non sono più necessari, eccetera eccetera. E in quella direzione il SSN è andato fino al 2020.

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      • Infatti. I medici di base per come sono organizzati da un po’ d’anni, cioè da burocrati, forse servono poco ma se ricordiamo i vecchi medici condotti che mettevano punti, facevano piccoli interventi chirurgici ecc. forse un’utilità l’avevano, come le ostetriche di vecchio stampo.

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      • Quando nacqui mio padre era il medico condotto di Castagneto Po, un paese di campagna sito sulle colline vicino a Chivasso: fu là che diede una svolta significativa alla sua attività professionale. Lasciò la condotta dopo otto anni, quando nacque mia sorella e i miei decisero di trasferirsi a Torino, ma fino al giorno in cui morì i suoi ex assistiti di Castagneto continuarono a chiamarlo e a chiedergli aiuto. Da loro non si faceva pagare.
        Non era certo un no-vax, anzi. Ma non praticò né a me né a mia sorella l’antivaiolosa, ritenendola inutile.

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      • Quanto vorrei che tornassero i medici di allora. Da bambina mi curava un medico di famiglia, un neurologo, con impostazione naturopatica. Quando poteva ci dava cure naturali. Allora non si facevano analisi in continuazione eppure sapevano diagnosticare. A me curò una ipertiroidite e quando ebbi bisogno del ginecologo fu lui a dirmi di recarmi da tale specialista, indovinando il problema. Il ginecologo capì cosa avevo senza analisi ed ecografie e mi curò perfettamente.

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    • Il discorso è molto ampio e non c’è certezza su niente. Io penso che con una buona medicina del territorio, di cui alcune aree geografiche italiane hanno fruito con successo nel caso del covid, avremmo sofferto di meno. In più a detta di molti giornalisti non si è fatto molto durante l’estate per affrontare questo. Senza immaginare altro, la nostra burocrazia è una palla piede.

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  2. Lasciamo perdere il se arrivi infetto a casa, vuol dire che da qualche parte l’hai preso.
    Usano la statistica per dimostrare l’indimostrabile. E’ la famosa teoria del pollo, tipo che in Italia si mangiano 4 polli a testa, compresi i vegetariani e vegani.
    Ci sono autobus strapieni nell’ora di punta, dove prendere il virus è facilissimo, ed autobus che girano mezzi vuoti in altri orari, o vuoti prendi noi in provincia, e fanno la media.
    I mezzi sono pieni al 70.%.

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  3. nel caso di un mio collega l’untore, o untrice, è stata la suocera convivente. doppia sfiga 🙂
    non esiste un logo sicuro come non esiste un lugo pericoloso: si tratta di distanza e non di collocazione

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  4. Maurizio Lupi il deputato ieri sera hai a “porta a porta” ha dichiarato di essersi contagiato (ed è un asintomatico) qualche giorno prima ad una riunione tra parlamentari in una grande sala dove rigorosamente tutti rispettavano le distanze di sicurezza e avevano le mascherine. sostiene che il suo stare molto a lungo in un luogo chiuso seppur tutti protetti, le mascherine alla fine possono far passare il virus. Questo dà veramente da pensare riguardo le mascherine soprattutto. Onestamente il contagio di propaga comunque. Mah..,

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  5. La storia insegna che le pandemie si possono arginare e non eliminare in tempi brevi. I luoghi di affollamento sono d’ufficio i più pericolosi pur non escludendo tutti gli altri. Le misure di contenimento dovevano riguardare quindi in particolare:mezzi di trasporto, movida, luoghi di lavoro e scuola. Le regole dovevano essere studiate e definite nei particolari, prevedendo anche repentini mutamenti organizzativi se necessari (piano A, B, C ecc. a seconda delle evenienze) durante l’estate, e avrebbero dovuto essere messe in atto con estrema severità ai primi accenni della seconda ondata, peraltro già prevista. La realtà ci ha consegnato un governo della situazione improntato a grande confusione e soprattutto ad improvvisazione giornaliera sulle modalità e inoltre carenza di controlli in particolare sulle attività superflue. Mi chiedo se vi sia dietro a tutto ciò anche un problema elettorale in quanto nessuno vuole perdere le fasce giovanili fra i propri elettori ma la politica dovrebbe essere altro ed ispirarsi ai principi cardini della democrazia fra i quali la garanzia dei diritti primari.

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  6. A mio parere sono proprio i mezzi pubblici i luoghi di contagio più pericolosi, perché incontri decine di persone differenti (a casa ci sono sempre le solite 2-3-4), le quali posso anche essere poco attente – o trascurare – i sistemi di limitazioni del contagio. Son contento di andare in ufficio da solo con la mia auto.

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  7. Dove lavoro io i ragazzi entrano tutti con la loro mascherina, salvo poi ritrovarsi fuori in gruppo a fumare, chiacchierare con le mascherine in tasca , senza parlare di quando li vedi a gruppi fermi al bar
    Fortunatamente a tutt’oggi non abbiamo registrato casi, ma li vedo davvero poco attenti

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  8. Il problema di fondo è che ognuno coltiva il proprio orticello. Così De Micheli difende i trasporti, Azzolini la scuola.
    Ricordo a metà settembre che a Ferrara duecento e trenta tra studenti e altro sono finiti in isolamento, perché un’insegnante dopo le prime lezioni si era messa in isolamento perché il marito era risultato positivo e poi anche lei quando era rimasta a casa. Se non ricordo male nessuna delle duecento e trenta persone sono poi risultate positive. Insieme a loro anche i familiari. Dunque un bel bottino che non si evince dalle statistiche. Messa così la scuola appare bella e pulita. Però tutte quelle persone hanno tremato per giorni prima di essere liberate.
    Come si fa a dire che trasporti e scuola non sono veicoli di contagio? Forse il virus dice ‘Sono qui!’?
    Stabilire dove si è contratto il virus è più arduo che non scalare una montagna. Se il contatto è avvenuto con un sintomatico, è probabile che la fonte sia quella, certezze zero. Se però la fonte è un asintomatico che gira tranquillamente per la città come si fa a beccarlo?

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  9. L’ideale sarebbe tracciare i contatti, come hanno fatto in Cina, Corea e Taiwan (mi pare), ma qui figurati, si danno per vinti da un pezzo. Mancano i controlli, sono sempre mancati (da parte di tutti, governo e istituzioni locali, nessuno escluso: mi irrita oltremisura il continuo scaricabarile che ascolto, l’ultimo da parte di Sala che ho sempre apprezzato). E poi manca il senso civico delle persone che non riesce a sopportare una mascherina, un bar chiuso, una pizza fuori casa … ma cosa siamo diventati? Ma sono tutti da compatire

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