Questa canzone – Domenica è sempre domenica – la ricorderanno veramente in pochi. Eppure la cantavano tutti sul finire degli anni ’50. Era la sigla della trasmissione televisiva Il musichiere, in cui si gareggiava a indovinare le canzoni dalle prime battute.
Il programma andò in onda dal ’57 al ’60 ed io lo ricordo perché nella mia famiglia entrarono subito gli elettrodomestici: la lavatrice Hoover, un modello con la centrifuga separata, il frigorifero Rex tutto bombato, che adesso è vintage, e la televisione di cui non ricordo la marca (forse un Phonola), ma ricordo che era tutta in legno di mogano e aveva un solo canale televisivo.
Ricordo il giorno in cui la televisione fu portata a casa, un evento epocale. Tutti in sala da pranzo, con nonna più interessata di tutti alla novità, incuriositi a guardare il lavoro di installazione.
Il tecnico installatore chiese a mia sorella, di due anni, cosa le piacesse di più tra la radio e la televisione e lei, molto sagace, rispose: La televisione, perché si vede.
Bisognò installare l’antenna e vedemmo il tecnico scomparire nella botola della soffitta. In quella botola scomparve anche mia madre, in un’altra occasione, per vedere un’eclissi, ma ci disse che noi non potevamo perché la luce ci avrebbe accecato. Da quel momento ho sempre avuto qualche remora nei confronti delle eclissi solari.
Avemmo, quindi, la televisione e Il musichiere fu uno dei programmi che seguimmo volentieri, perché, come ho detto altre volte, eravamo tutti canterini.
Nel filmato che segue alcuni spezzoni raccontati e commentati da Lelio Luttazzi e sul finale la canzone cantata da Mario Riva, il presentatore.
Buona domenica a tutti! (Con un po’ di anticipo, per una riflessione collettiva…)
P.S.: rammento a Barbara de Il blog di Barbara che, all’epoca, anche il presentatore Mario Riva piaceva molto.😉
Buon sabato
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Buon sabato!
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Ricordo la nonna che raccontava il momento della prima televisione… 💖
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Eventi storici. Iniziava la seconda fase dell’inculturazione di massa degli italiani, dopo la scuola dell’obbligo.
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Non posso ricordarla 😅
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Troppo giovane
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Che bel racconto. Mi sono ricordato anch’io di quando il arrivò il televisore a casa, da noi fu verso fine anni ’70.
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Grazie. Fine anni 70 c’erano già le tre reti, ma ancora le trasmissioni erano in bianco e nero.
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B&n🤔? Allora mi sa che è arrivata più tardi. Molti nel mio paese l’avevano da un po ed alcuni erano a colori perché ricordo che a volte andavamo a casa di un amico a guardare quel “miracolo”. Ricirdo che abbiamo lottato un sacco per averla e che nel mio quartiere fummo tra i primi. Comunque la nostra prima fu in b&n.
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Effettivamente fine anni 70 iniziarono le prime trasmissioni a colori, ma molto era ancora in bianco e nero. La tv a colori, mi ero da poco sposata, costava molto e anche noi l’acquistammo a inizio anni 80.
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Bella e buona la risposta di tua sorella 😀 piccina piccina.
A volte mi è stato rsccontato di quanto fosse buffo vedere la tv a colori, e del fatto che bisognava anchr abituarvisi.
Sapevo comunque solo di questa frase “domenica è sempre domenica!”, perché di tanto in tanto la dice un mio zio 😆 ma non sapevo da dove provenisse in effetti.
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Sì, tra Boi più “grandi” torna spesso in mente. Io la canto quasi ogni domenica. Appena dico È domenica, poi la canticchio.
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Quando nacqui (metà anni ’50) mio padre era il medico condotto di un paesino di campagna. La televisione giunse pressoché subito nella nostra casa, ma allora le trasmissioni avevano inizio la sera; solo qualche anno dopo la Rai cominciò a dedicare una parte del pomeriggio a programmi per ragazzi. Nel corso della giornata la mia attenzione era rivolta alla radio – avevamo un apparecchio di produzione tedesca che univa in un unico mobile di legno radio e giradischi, e aveva una resa acustica favolosa. Mio padre ascoltava soprattutto musica “classica”, sicché anch’io ebbi modo di innamorarmene: più ne ascoltavo, più cresceva in me il desiderio di approfondirne la conoscenza. Ho sempre nutrito scarso interesse, invece, per quella che allora veniva chiamata tout court “musica leggera”.
Per quanto concerne la tv, ricordo che a me piaceva molto seguire Non è mai troppo tardi, benemerita trasmissione il cui scopo era insegnare a leggere e a scrivere agli adulti analfabeti; fatto sta che, grazie al bravissimo Alberto Manzi, imparai anch’io, ben prima di iniziare a frequentare le aule scolastiche 🙂
Subito dopo Non è mai troppo tardi andava in onda una trasmissione dedicata agli agricoltori. A me non interessava, ovviamente, tuttavia ne seguivo con piacere la sigla iniziale perché era accompagnata da una musica dolcissima che mi affascinava. Ci volle molto tempo per risalire alle origini di quel brano (Internet a quei tempi non esisteva…). Alla fine scoprii che si trattava di una canzone del tardo Cinquecento, composta da un anonimo inglese o forse irlandese, il quale aveva però utilizzato una formula armonica desunta da una danza italiana (il passamezzo). Si intitola Greensleeves e durante i suoi oltre quattrocento anni di vita non è mai passata di moda – caso più unico che raro nella storia della musica. Il lungo viaggio alla ricerca delle origini di Greensleeves mi portò a scoprire la musica antica e i suoi infiniti tesori, e a appassionarmene.
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Hai bellissimi e dettagliati ricordi. Quelle trasmissioni che citi le ricordo benissimo e ho capito qual è la musica antica a cui ti riferisci.
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Greensleeves è importante, per me, tanto che le ho dedicato una cospicua parte del mio blog 😉
https://clamarcap.com/fra-musica-e-storia/greensleeves/
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Complimenti per il lavoro di ricerca.
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Ho ascoltato adesso i brani del tuo articolo sui greenleeves e infatti si tratta esattamente della melodia che pensavo. In tv fu usata come sigla in La tv degli agricoltori e l’ho ascoltata anche in film w serie tv.
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Esatto, Quel che si dice una melodia immortale 🙂
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Sì, oggi si direbbe evergreen.
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Io la ricordo eccome…per quanto ne so è famosa, o forse mi è stata trasmessa dai miei, ma la ricordo benissimo (melodia e l’incipit del testo, che da appunto il titolo alla canzone). Mio padre comunque era un classe 1937 e mia madre del 1951, quindi ci sta 😀
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Allora l’avranno sicuramente canticchiata.
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Oltre a quello c’è che spesso si vedevano in Rai trasmissioni come “Vent’anni prima” o revival vari di programmi di decenni prima…infatti grazie a quelle trasmissioni conosco anche Carosello (oltre che grazie ai racconti di mia madre).
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Infatti, anche quelle trasmissioni aiutano a ricordare.
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Ricordo tutto perfettamente, anche l’incidente mortale di Mario Riva
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Vero. All’Arena di Verona.
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Televisione d’altri tempi… D’antan…. ma una vera televisione dove non c’era spazzatura cinematografica.
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La rimpiango. Non so se dipendesse dal fatto che eravamo più ingenui, ma ci si divertiva di più.
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Buona domenica Elena ❤
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Anche a te!
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tempo molto remoti quelli. Ricordo la trasmissione e Mario Riva e come dispiacque a tutti che fosse morto.
Elettrodomestici? Miele la lavatrice, indistruttibile, Grundig il televisore. Candy il frigorifero. Diciamo qualche anno dopo di te.
Serena searata
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Buonasera a te
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un sorriso
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