Ho scelto di leggere questo racconto perché, nella storia della narrativa “gialla”, è posto come pietra miliare per l’inizio del genere mistery fiction, thriller o giallo che dir si voglia. Vi viene descritta la quintessenza dell’investigazione che Sherlock Holmes, il quale vi si ispira, defininirà in questo modo: osservare, concatenare e dedurre. Quindi intuito e capacità di deduzione saranno da questo momento i requisiti fondamentali dell’investigatore per antonomasia.
A poco più di un secolo dalla pubblicazione mantiene inalterato il suo fascino.
Descrizione
“Parigi, Rue Morgue, fine dell’Ottocento. Sono due gli efferati omicidi perpetrati in un appartamento al quarto piano di un vecchio edificio fatiscente. L’anziana Madame L’Espanaye viene trovata nel cortile interno, orribilmente mutilata e sgozzata. Sua figlia Camille, è stata prima strangolata e quindi nascosta nel luogo più insensato di tutti: la cappa del camino. Due omicidi compiuti in un appartamento situato a un’altezza inaccessibile, sprangato dall’interno, senza il benché minimo segno d’intrusione violenta. Attorno alla sinistra scena del crimine, una ridda di testimonianze contraddittorie riguardo a grida distorte e una voce stridula che si esprime in un linguaggio ignoto.
Nella completa incapacità degli investigatori di abbozzare sia pure una semplice ipotesi, il prefetto di polizia non ha scelta se non far entrare in scena Auguste Dupin, ironico e iconoclasta investigatore del logicamente possibile, ma soprattutto dell’apparentemente impossibile.
E Dupin, esaminando indizi trascurati da tutti, non tarda a rendersi conto che nessun uomo al mondo sarebbe stato in grado di compiere quel doppio, atroce crimine. La risposta, al tempo stesso macabra e beffarda, si trova in fondo a un baratro a molti metri dal suolo, passando per il cavo di un parafulmine appeso nel vuoto, fino a una nave maltese rientrata da uno dei luoghi più remoti della terra. Perché quando la colpa scavalca l’umano, l’unica direzione nella quale guardare non può che essere l’inumano.
Il genio gotico di Edgar Allan Poe riesce ancora una volta a trascinare e a coinvolgere, a stupire e ad affascinare. Rue Morgue è il prodigioso racconto che getta le radici assolute del murder mystery investigativo.” Alan D. Altieri. Tratto da “Racconti” pubblicato da Feltrinelli. Numero di caratteri: 81.222
racconti imperdibili per un appassionato di thriller e mistery
poe secondo me è ancora sottostimato come scrittore
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Una lacuna che ho colmato ora, anche se probabilmente, tra le migliaia di gialli letti fin dai tredici anni, mi sarà capitato tra le mani.
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il personaggio di daupin ti sarebbe rimasto impresso nella memoria
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Non saprei. Da piccola e anche più avanti, mi interessava la storia e non badavo al nome dell’autore o del personaggio. Ero una lettrice inconsapevole. I libri mi venivano passati di seconda mano e leggevo ciò che mi capitava per le mani.
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a quell’età se si ha la passione per la lettura si diventa onnivori, passando da un romazo all’altro senza problemi
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Ho letto di tutto
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quando inizia il processo di apertura alla conoscenza è difficile smettere
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È vero. A scuola ero l’unica che leggeva tutti i libri consigliati per l’estate. Al penultimo anno lessi tre libri di Svevo.
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di svevo avevo preso il librone della newton and compton
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Ricordo molto La coscienza di Zeno. Un bel coraggio a diciotto anni.
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A diciotto anni ho letto il primo volume di Proust Mi è bastato 😊
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Io alla stessa età lessi tutta la Recherche. Per fortuna mi sono ravveduta…
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Tutta no. Per me fu già tanto leggere un amore di swan. Per disintossicarmi lessi il nome della rosa
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Il nome della rosa è un capolavoro anche cinematografico
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Piaciuto anche il film. Il telefilm devo ancora vederlo
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Anch’io
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Non so dire se sia sottostimato come narratore, sicuramente lo è come poeta: quasi nessuno sa che scrisse versi meravigliosi, alcuni dei quali sono, secondo me, da collocare fra le cose migliori che abbia prodotto la letteratura in lingua inglese 🙂
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Nevermore
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Anche, ma non solo 🙂
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È la prima che mi è venuta in mente
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Certo, è la più famosa. Ma ci sono molte altre perle, come il poema epico Tamerlane, scritto a 17 anni, To Helen, un piccolo miracolo, e ancora Israfel, Annabel Lee, A Dream within a Dream, The Haunted Palace, inserito nel racconto La caduta della casa degli Usher, e poi la mia preferita, The Bells. Tutto da (ri)scoprire.
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Allora è il caso di andare a leggerle
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Penso che ne valga la pena 🙂
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Ne sono certo
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Buon dì.
Curioso però che Altieri collochi la storia alla “fine dell’Ottocento”. A parte il fatto che Poe morì nel 1849, nel testo il narratore afferma di aver conosciuto Dupin nell’estate del 1840: “In Paris it was, in the summer of 1840. There I first met that strange and interesting young fellow, Auguste Dupin.”
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Nella traduzione che ho scaricato la data è scritta così: 18**.
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Poe è stato ed è un maestro insuperabile nel campo del giallo. Letto moltissimi anni fa, insieme ad altri racconti di Poe, ricodo bene quanto mi fosse piaciuto, appassionato di gialli come ero.
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Anche a me è piaciuto. Un giallo puro.
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Era un libriccino dell BUR di Rizzoli. Caratteri piccolissimi e dimensioni del libro piccolissime.
È andato perduto insieme a molti altri quando mia madre ha traslocato.
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Sì, una quarantina di pagine, ma come vedi non serve scrivere tanto per realizzare un capolavoro.
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del tutto d’accordo, basta essere bravi. 😀
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👍
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ma noi lo siamo 😀
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Questo è sottinteso
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volevo ben dire 😀
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E’ nella mia biblioteca. 😀
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Un bel classico
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Un vero classico
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È proprio così
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Un romanzo, chissà se é il caso di farci caso?
Grazie per la condivisione, auguri reali per buon lavoro e più Meritocrazia reale Perché ci Crediamo attimo dopo giorno dopo anno ❤
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Un classico della letteratura gialla
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