Morte in rosso – una nuova indagine di Debora Nardi – decima puntata

Puntate precedenti: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9

“Questa cosa dell’allenatore va chiarita. Ci parlerò e dalle sue reazioni cercherò di capire se fosse coinvolto emotivamente. Andrò domani sera in palestra e tenterò di parlargli.” Presa questa decisione, Debora si sentì soddisfatta e potè dedicarsi con più lena al suo blog. L’aveva trascurato per qualche giorno e c’erano molti commenti dei suoi followers a cui rispondere, dopodiché la giornata si concluse secondo copione.
Il telefono la svegliò presto la mattina successiva.
“Pronto!”
“Fuochino!” Fu la risposta e subito ci fu il segnale di libero.
Debbi si svegliò completamente a quelle parole. Accadeva, quando indagava, che qualcuno cercasse di comunicare con lei per qualche dritta. Forse chi aveva telefonato voleva dirle che si stava avvicinando a scoprire il colpevole?
“Sì, ma chi? Già sospetto di tre uomini…”
Inutile arrovellarsi il cervello, quel pomeriggio avrebbe incontrato l’allenatore.
Arrivò, perciò, in palestra poco prima degli allenamenti, sicura che Alberto sarebbe stato già pronto ad accogliere le ginnaste.
“Buonasera signora Nardi. Come mai da queste parti?”
“Buonasera. Non ci siamo più visti dal fattaccio.”
“Già…” E subito il viso si tramutò in una maschera di dolore.
“Alberto, ti vedo piuttosto affranto. Eri molto affezionato a Carla, mi par di capire.”
“Cosa intende, signora. Io mi affeziono a tutte le mie ragazze!” Rispose un po’ alterato.
“Non volevo sottintendere niente. Però l’ho vista al funerale…”
“Ebbene? Ognuno ha il suo modo di soffrire. Io sono emotivo… e poi non devo darle spiegazioni. Se non le dispiace, ho da lavorare.”
“No, mi scusi lei. Anch’io sono dispiaciuta e mi piacerebbe scoprire di più su tutta la faccenda.” Subito dopo Debora andò via, soddisfatta della reazione emotiva che aveva ottenuto provocando Alberto.
“Non posso ricavarne una certezza, ma qualche dubbio solleva quella reazione leggermente eccessiva.” Riflettè mentre riprendeva l’auto.
“Però ora ho qualche altro dubbio. Alberto era un innamorato respinto o un ex? Difficile da scoprire, a meno che qualcuno non ne sappia qualcosa, ma sono ipotesi da non accantonare. Se l’avesse uccisa lui? Gelosia, vendetta sono ottimi ingredienti per un omicidio.”
A casa ripensò a quali persone potevano aver frequentato il gruppo di Carla in quegli anni e le venne in mente Francesca, la socia della parrucchiera da cui andava a farsi i capelli.
“È ora che mi rifaccia i colpi di sole.” Determinata a scoprire altro, la mattina successiva si vestì di tutto punto e salutò Elisa.
“Ciao! Vado a farmi i capelli. Porta Lina fuori.”
“Sì, ma’. Non è un po’ in anticipo?”
“Voglio stare in ordine per quando torna papà.”
“Sì, sì… Ci credo!”
Aspettò un po’, perché non aveva preso appuntamento, ma preferiva così, avrebbe ascoltato un po’ di chiacchiere. L’argomento era ancora Carla.
Ebbe fortuna, il colore glielo fece Francesca.
“Che peccato per Carla. Tu la conoscevi bene, vero Francesca?”
“Sì, ci frequentavamo, anche se ultimamente non mi piaceva ciò che faceva.”
“Era molto bella. Immagino che non avesse problemi con gli uomini.”
“Eh… li attirava come una calamita.”
“Certo… il vostro allenatore era un santo con tutte voi, una più bella dell’altra.”
“No, Alberto è un uomo serio, anche se…”
“Anche se?”
“Non vorrei dire… Carla ormai è morta, riposi in pace.”
“Non preoccuparti… dai fammi bella!”
“Bene!” Pensò. Debora era soddisfatta; Francesca aveva detto più delle parole che aveva usato. Quindi Alberto era innamorato di Carla, ricambiato o meno che fosse.
Doveva fare in modo di parlare di nuovo con l’allenatore.

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