Morte in rosso – una nuova indagine di Debora Nardi – prima puntata

Debora Nardi, criminologa per passione e fan di Jessica Fletcher, sedeva al suo tavolo di cucina con una tisana fumante e il portatile aperto. Quella mattina aveva deciso di finire la revisione del suo primo romanzo giallo. Aveva cominciato ad abbozzarlo durante le vacanze in Abruzzo, l’estate precedente (qui). Era trascorso più di un anno e finalmente, tra una distrazione e l’altra, stava per completare la stesura definitiva del manoscritto. Alla fine aveva deciso di ispirarsi al primo omicidio in cui si era trovata coinvolta, che in realtà era diventato un duplice omicidio (qui). Era molto concentrata sul suo lavoro e quasi non si accorse che qualcuno era entrato in cucina; un musetto umido la riportò alla realtà. La piccola Lina, cagnolina misto Yorkshire, le stava strofinando il naso contro il piede.

“Ciao, ma’! Già al lavoro?” Salutò allegra sua figlia Elisa, di rientro dalla passeggiata mattutina con Lina.

“Ciao, Eli… Sì, oggi lavoro proficuo. Vai a dedicarti alla tua tesi, ora?” La figlia, completati gli esami universitari, era tornata a casa per scrivere la tesi di laurea. Debora era contenta della sua presenza, dopo che, per cinque lunghi anni, era stata fuori casa.

“Ancora per poco… poi mi lascerà di nuovo per il lavoro. Difficile che possa restare qui a Monte Alto.” Pensò, tristemente, Debbi.

“Ha telefonato papà? Quanto deve restare ancora in Germania?”

“Torna a fine mese e sì, ha telefonato e sta bene.” Suo marito Andrea, ingegnere, aveva scelto, dopo anni, la libera professione per poter tornare a vivere al loro paese; a volte, però, doveva recarsi all’estero per i progetti che accettava di realizzare.

“Ok. Preparo io il pranzo, così mangiamo qualcosa di diverso.” Non fu proprio una bella notizia, per Debora, che cucinasse la figlia; di sicuro sarebbe stato diverso, con i suoi esperimenti etnici o vegani, a giorni alterni.

La mattina volò in un attimo e l’ora di pranzo fu annunciata dall’odore dolciastro che proveniva dal tegame sul fuoco.

“Oggi etnico…” Pensò con rammarico Debbi.

“Pronto! Prepariamo la tavola. Togli quel portatile!” Lisa era pronta con le tovagliette americane per apparecchiare, le scodelle e le posate. Debora l’aiutò e allegramente affrontarono il pranzo. L’appetito c’era e finirono rapidamente quella specie di minestrone con la carne che, alla fine, non risultò sgradevole.

“Prendo la macedonia che ho preparato ieri e completiamo il pasto.” Debora andò al frigorifero, con il pensiero che quel tran tran familiare la confortava, anche se un po’ d’avventura le mancava.

“Sai, ma’… quell’amica mia, quella con cui facevo ginnastica artistica…”

“Chi, Carla?”

“Sì, Carla… fa un’altra disciplina, l’aerial silk dance o tessuti aerei, come viene tradotto.”

“Sarebbe?”

“Quegli esercizi acrobatici in aria, con l’aiuto di un lungo tessuto appeso a un gancio al soffitto…”

“Ah… ho capito. L’ho visto anche al circo. Allora?”

“Volevo andare a vederla durante gli allenamenti. Vieni pure tu? La conoscevi…”

“Mi farebbe piacere! Un bel diversivo. Mi divertivo a vedervi da adolescenti, volteggiare con i vostri vestitini attillati e sgargianti.”

“Vabbè, ma’. Non ti far venire la lacrimuccia. Preparati per stasera alle 18,30. Adesso vado a studiare.” Elisa prese le scale con la sua elegante andatura mentre i biondi capelli le danzavano sulle spalle. Un sospiro sfuggì dalla bocca di Debora.

“Come crescono in fretta!” Pensò nostalgica.

[Continua]

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